sabato 1 marzo 2014

Diario di viaggio: Giappone!



Giappone 2014
“Il viaggio della vita”
Credo che chiunque sia cresciuto tra una Kamehameha, un Rasengan, il sogno di mangiare un Frutto del Diavolo e acquisire poteri unici, o per i più grandicelli, con Tigerman, Goldrake o Ken, abbia desiderato di andare nel paese del Sol levante almeno una volta.
E augurandovi di poterci andare il prima possibile spero di farvi viaggiare nel frattempo con l’immaginazione tramite questo mio diario di viaggio.
Quella che sto per raccontarvi è la mia seconda esperienza di viaggio in Giappone e tralascerò la prima in quanto, in quest’ultima sono riuscito a percepire meglio “l’anima” del Giappone (nel primo viaggio ero talmente carico che mi sarebbe sembrato splendido anche rompermi un braccio cadendo dalle scale :D).

Giorno 1: L’arrivo in Giappone!

Come ogni viaggio che si rispetti il mio è iniziato il giorno prima della partenza, datata al 28/12, a causa della troppa impazienza di tornare nel paese che amo e la necessità di aumentare la mia MMR su League of Legends.
Il 28 dunque sveglia alle 7 con appena 3 ore di sonno (maledetto LoL….), partenza da Bologna, scalo a Francoforte e poi diretto per Tokyo.
Il viaggio è lungo ed anche un po’ pesante, ma attrezzato di 2 Nintendo 3DS (1 mio, 1 della mia morosa), un validissimo Zelda: Link Between World  e uno straordinario Bravely Default intervallati da un bel Lo Hobbit e un altrettanto valido Pacific Rim, l’ho vissuto piacevolmente.
Dopo circa 13 ore di viaggio, eccolo, l’aeroporto di Narita (40 min. circa da Tokyo).
Svolte le questioni burocratiche mi precipito a fare il Japan Rail Pass (abbonamento molto conveniente per turisti che devono girare molto con treni).
Ci accomodiamo nel pulito e comodo N’EX (treno che percorre la tratta Narita-Tokyo) e una volta arrivati a Tokyo cambiamo subito treno prendendo il treno proiettile per Osaka.
Dopo “sole” 4h ½ di viaggio eccoci a destinazione!
Subito ci scontriamo con uno dei problemi del Giappone: l’orientamento.
Non si orientano nemmeno loro! E dopo 30 minuti di camminar noi dolce in quel traffico, a spasso per vie a caso, battuti dalla rassegnazione, chiediamo aiuto ad una coppia.
È stato facile: ci hanno direttamente portato ai piedi dell’hotel!
Neanche il tempo di appoggiare le valigie e uno dei miei amici/guida è di sotto pronto ad accompagnarci attraverso le vie di Osaka!
Come prima tappa ci accompagna all’Umeda Sky Building 




costruzione che lascia senza parole, non so l’architetto come abbia potuto pensare una costruzione simile… WOW.
Il mio amico e sua moglie decidono di portarci fino in cima all’Umeda (offrendo per tutti noi, eravamo in 6 con loro 2) in modo tale da poter cogliere la grandezza di Osaka a 360°.





Finito di visitare l’Umeda decidiamo di andare a mangiare qualcosa tutti insieme, troviamo dunque un ristorante piccolo ma accogliente dove poter consumare il nostro primo pasto nipponico in un ristorante.
Finita la cena, con ancora le sole 3 ore di sonno sulle spalle per me, decidiamo di andare a vedere un impianto dove una combinazione di luci creava paesaggi, animali e fiori,


con infine uno spettacolo musico/visivo e show in 3D proiettato sul castello di Osaka




Un ultimo giro in macchina per assaporare Osaka by night e già ricordo, dopo appena un giorno in Giappone, il perché io ami questo paese.

Giorno 2: “Squali balena e Kyoto”

Appena svegli ci indirizziamo alla stazione: destinazione acquario di Osaka.
Per descrivere l’acquario di Osaka ho scelto alcune foto, in quanto credo che rendano meglio delle parole




Ad ogni modo posso dire con orgoglio italiano che ho preferito l’acquario di Genova visitato di recente, anche se granchi grossi quanto un Gundam



e il famigerato squalo balena mi hanno lasciato stupefatto. 



Terminata la piacevole gita ci dirigiamo all’hotel, valigie e partenza per Kyoto, dove all’arrivo ci concediamo la cena in un ottimo ristorante consigliato da un amico.

Giorno 3: “Kyoto”

Abbiamo utilizzato il primo giorno a Kyoto per girare il centro, dove abbiamo mangiato dell’ottimo ramen e dove abbiamo comprato un paio di souvenir.
Finito di pranzare decidiamo di incamminarci per il quartiere di Gion (vi ricorda nulla il nome???).
Esatto! Il quartiere dove è ambientato, ovviamente, “Memorie di una Geisha”.
Ahimé non siamo riusciti ad ammirare alcuna geisha, siccome escono nelle ore serali più che altro, ma abbiamo comunque potuto apprezzare scorci di un quartiere che ti catapulta dentro al Giappone tradizionale.




Il terzo giorno coincideva con il capodanno, per cui abbiamo cercato qualcosa diverso dal solito.
Finita la cena siamo andati alla ricerca di un tempio, dove alcuni monaci avrebbero dovuto suonare una campana sacra  per augurare il “buon anno”.
Alle 00.01 io ero collassato, per cui dopo mezz’ora di silenzio decidiamo di incamminarci verso l’hotel, visto che di rintocchi non se ne erano sentiti affatto.

Giorno 4: “D:”

Il titolo al giorno l’ho scelto tale perché niente potrebbe esprimere meglio questo giornata, se non la mia preferita sicuramente tra le prime.
La mattinata inizia con la visita al quartiere di Arashiyama, che come potrete vedere dalle foto è un sentiero completamente murato da alberi di bambù,  







i cui bivi sfociano, oltre che a numerosi luoghi di culto, in una zona residenziale molto curata. 


Non pienamente realizzati dalla mattinata, decidiamo di dedicare il pomeriggio al Kinkaku-ji (templio dorato). Metto il Kinkaku-ji senza dubbio alcuno al primo posto per quanto riguarda i luoghi di culto: maestoso, mantenuto divinamente con un panorama mozzafiato e D’ORO.





Giorno 5: “Giardini imperiali aspettando Tokyo”

Il 5° giorno è l’ultimo passato a Kyoto, e come meta finale abbiamo deciso di visitare il giardino imperiale.
Il parco imperiale








sinceramente mi ha un po’deluso. Per carità, è enorme e sicuramente molto ben curato, ma l’ho trovato spoglio (forse mi han tradito gli stradoni di sassolini che lo caratterizzano) e ovviamente non poter entrare dentro le mura del palazzo mi ha lasciato l’amaro in bocca (come quando incontri un Abra Shiny e poof, sparisce^^).
Al pomeriggio si parte per Tokyo!
Arrivati a destinazione ci dirigiamo in hotel per un po’ di meritato riposo, ed arrivata ora di cena devo incontrarmi con un ragazzo conosciuto l’anno prima sempre a Tokyo, ovviamente a Shibuya di fronte alla oramai famosissima statua di Hachiko!
Per cena avevo chiesto al mio amico di prenotare in un ristorante che adoro terribilmente in cui ero stato l’anno prima: la sua caratteristica è che ordini da mangiare e te lo cucini sulla piastra come preferisci :Q__________.




Finita l’ottima cena salutiamo, ringraziamo il mio amico (che ha voluto pagare la cena alla mia morosa a tutti i costi) e ci dirigiamo verso l’hotel.
Ci tengo a dilungarmi un attimo su un paio di cose: la prima è che ho adorato il fatto che in 2 giorni siamo potuti passare dal Kinkaku ed Arashiyama alla modernità di Tokyo. Questo è un altro punto chiave del Giappone: i contrasti che si notano in questo paese e nei suoi abitanti (si passa da un tempio ad un centro commerciale, e passeggiando si possono notare donne in kimono mescolate a ragazze seminude, per fare qualche esempio).
La seconda sono gli Hotel. Per Kyoto abbiamo deciso di provare la stanza tradizionale per cui non mi ci soffermerò, ma ad Osaka e a Tokyo appena entrato ho pensato: cazzo è un tetris! Stanze pulitissime e carinissime sul serio, però o mi spostavo io o si spostava la valigia…

Giorno 6: “Imprevisti”

Come è giusto che sia, per mettere un po’ di pepe alla vacanza, ci è capitata una disavventura che però, per fortuna, non ci ha abbattuti e che abbiamo gestito bene.
Ci siamo svegliati la mattina ed il programma prevedeva la gita a Nikko (meta che consiglio vivamente di visitare), ma, una volta arrivati alla stazione di Asakusa, abbiamo capito che bisognava partire molto prima o sarebbe stato un viaggio inutile, avendo solo 1 ora da poter utilizzare.
Decidiamo dunque di partire la mattina successiva e di dedicare la giornata a visitare Asakusa.
Dopo aver visitato il tempio





e mangiato porcherie ogni 10 minuti, facciamo un giro per le vie di questo quartiere.
Nel passeggio vediamo un negozio che faceva caricature e decidiamo dunque di farcene fare una. Contenti di esserci svenati (una caricatura “solo 60€), decidiamo di incamminarci per l’hotel.

E qui, sulla via del ritorno, una visione (soprattutto per la mia morosa): un Neko-café









Per chi non lo sapesse, i Neko-café sono dei bar nei quali i gatti ( neko in giapponese significa gatto^^) vengono tenuti liberi affinché si possa giocare liberamente con loro e coccolarli :3 (sempre comunque secondo determinate regole affisse all’ingresso).
Ahimè la serata si è conclusa con una vera delusione: un ristorante pessimo.
L’unico ristorante dal quale veramente sono uscito deluso… speso molto, mangiato poco e male…

Giorno 7: “Nuovi amici”

Il settimo giorno mi ero organizzato con alcuni ragazzi (amici di amici) di Yokohama.


Prima meta e luogo di incontro, Kamakura,




luogo di culto molto frequentato soprattutto nei primi giorni dell’anno.
Arrivati al templio decidiamo di farci predire il nostro anno da Buddha……… Grazie Buddha speravo che almeno tu mi amassi…. Anno pessimo e figlio in arrivo… Cercherò ancora una volta un nuovo Dio, ahah.
Finita la gita a Kamakura ci dirigiamo a Yokohama.
Piena di vita e colori, ho molto apprezzato Yokohama, sicuramente aiutata dall’ottima compagnia di questi ragazzi veramente eccezionali.
Pranzo in un izakaya (simile a un’osteria, si mangia discretamente a prezzi modici) e non appena riempiti gli stomaci decidiamo di andare a spendere qualche buona ora in delle folkloristiche sale-giochi. Dico solo GIOCHI HORROR IN 3D… E qui ho detto tutto 








Trascorse alcune ore videoludiche durante le quali abbiamo vinto un Mr. Potato e un procioncino figo in un gioco tipo ruota della fortuna, andiamo in un bar a riposare e a imparare parolacce in giapponese.
Decidiamo di trattenerci ancora a Yokohama per cena visto che ci stavamo divertendo e che la compagnia era piacevolissima, e ci portano in un’altra izakaya sempre ottima.
Purtroppo finita la cena era terminato anche il nostro tempo a disposizione e ci siamo dovuti separare anche se per me è stato un arrivederci: ragazzi mi mancateeeee.

Giorno 8: “Nikko”

Finalmente la tanto agognata Nikko.
Semplicemente unica: natura, storia e religione si fondono alla perfezione.
Templi in cima alle montagne, strutture mantenute ancora bene, giardini giapponesi, musiche e tanto altro ancora rendono Nikko una delle mie mete preferite in entrambi i miei viaggi (anche se c’ero già stato sono voluto tornarci con la morosa per farle visitare questa città).


Come arriviamo a Nikko ci dirigiamo verso i templi e subito siamo alla biglietteria. Di fronte c’è un giardino in stile giapponese e decidiamo dunque di andare a vederlo


essendo inoltre incluso nell’ingresso un piccolo museo dove vi sono i ritratti degli Shogun. Unica pecca di Nikko è che stanno ristrutturando il complesso centrale che sarà pronto per il 2030.
Entriamo comunque nella struttura per vedere gli interni e dirigerci dall’uscita verso gli altri templi (Nikko è infatti come un alveare di santuari: sono tutti molto vicini se non addirittura attaccati).
Tra le attrattive di Nikko troviamo, oltre agli innumerevoli templi, le 3 famose scimmiette “non vedo, non sento, non parlo” e il nemui-neko (il gatto dormiente) 









Finito di visitare i vari templi andiamo a fare un po’ di compere (a Nikko ho sempre trovato ottimi dolcetti^^), per poi tornare a casa.
Sono soddisfatto di essere riuscito a portare la mia morosa a Nikko, in quanto le è piaciuta molto e anche perché Nikko è una meta d’obbligo per chi va in Giappone, a mio avviso.

Giorno 9:”Altre amicizie”

Ebbene sì, come si intuisce dal titolo ho potuto fare altre amicizie: questa volta la nostra accompagnatrice, di nome Hazuki, era di Chiba (a ben 1 ora da Tokyo in treno!).
Ci accordiamo per trovarci ad Akihabara (quartiere Nerd per eccellenza).
Ad Akihabara abbiamo avuto modo di vedere molte action figures, gadget di qualsiasi genere, pubblicità di anime, manga, games: un paradiso, praticamente! Cover per smartphone (solo gli ultimi modelli, quelli vecchi non li caga nessuno là) da far cadere la mandibola a terra, sigle di anime dentro i locali. Immaginatevi di essere a mangiare un ramen e BOOOOM parte la sigla di Shingeki no kyojin (la sigla più in voga la al momento): cazzo, come si fa a non essere carichi?!
Dopo Akihabara ci dirigiamo verso lo Yoyogi Park,






parco famoso a Tokyo oltre che per la sua bellezza anche per le attrazioni umane (gente che balla, tizi che fanno giochi con le palle #nodoppisensiplease o che fanno ninjutsu, etc etc).
Vicino allo Yoyogi Park c’è Harajuku, quartiere famoso per lo shopping.
Decidiamo dunque di incamminarci verso Harajuku dove abbiamo visto vestiti veramente unici (in Italia sarebbe impossibile portarli, ma anche là è molto dura) e abbiamo mangiato gustosissime crepes (là le farciscono in maniera insolita, dentro ci infilano di tutto :D).
Finita la passeggiata ad Harajuku è il momento di Shibuiya, il cuore pulsante di Tokyo.
L’incrocio più trafficato al mondo pieno di schermi giganti, led, la statua di Hachiko, commesse che urlano e negozi, negozi e ancora negozi di ogni tipo.
Il nostro giro per Shibuya parte proprio fotografando la statua di Hachiko


(per chi non sapesse la storia di Hachiko, anche se spero nessuno, consiglio di andare a informarsi), per poi andare nei negozi dello Shibuya109 (prima l’edificio esclusivamente per uomini, poi quello per donne).
Nel Shibuya109Man devo dire di aver trovato abbigliamento che a me piaceva molto, unica pecca? Le taglie! Per un ragazzo di 190 cm e un po’ largo di spalle è difficile trovare la propria taglia!
Nel Shibuya109Woman invece sembravano tutte impazzite, commesse che gridano come se stessero per essere uccise: non alcune, TUTTE.
Ragazze che entrano ed escono dai negozi di continuo, di continuo!
Un trauma, la visita al 109 per donne.
Finito il giro nel centro dello shopping sfrenato, e dopo un caffé pure buono in un bar andiamo a cena tutti insieme per poi darci l’arrivederci al giorno dopo.

Giorno 10: “ Ultimo tango a Tokyo”

Ho deciso di dare questo titolo all’ultimo giorno in quanto questo sarà l’ultimo vissuto appieno in Giappone. Decidiamo di dedicarlo all’acquisto sfrenato di regalini e cibo :D
Partenza dello shopping tour dallo Sky Tree.
Immenso, monumentale (SIBARITICO?!?!?!).
Lo Sky Tree, solo a guardarlo dal basso verso la cima ti fa venire le vertigini.
Una delle strutture più alte del mondo, peccato che per salire bisogna pagare, e non poco.
Alla base dello Sky Tree






( La foto l’ho scelta da lontano, molto lontano, potete dunque ben capire la grandezza!)
vi sono negozi di cibo, vestiti, libri, accessori, tutto!
Perdiamo dunque tutta la mattinata a girare per negozi o ad assaporare prelibatezze, dopo pranzo ci dirigiamo verso Shibuya per concludere gli acquisti.
Prima di cena decidiamo di fare un salto a Ginza, il quartiere dell’alta moda e del Kabukiza (teatro dedicato appunto al Kabuki).
Ginza, a parte il teatro, non mi ha affascinato particolarmente: l’alta moda italiana la si trova benissimo in Italia :D.
La sera per cena la mia amica aveva prenotato in un’izakaya veramente ottima! Molto ben arredata e con piatti particolari ma sublimi!
Arrivati alla fine della giornata, con rammarico, dobbiamo salutare sia la mia ultima amica che incontrerò, sia l’ultima notte in Giappone.

Giorno 11: “Arrivederci Giappone!”

Purtroppo anche questo mio viaggio in Giappone volge al termine.
C’è poco da raccontare a dire il vero dell’ultimo giorno, ci siamo preparati per partire e di conseguenza ci siamo incamminati in stazione per prendere il Narita Express per andare in aeroporto.
L’unica avventura che si può raccontare è il momento in cui tu senti partire l’aereo, lo senti alzarsi, guardi fuori e lì vedi Tokyo.
Un senso di nostalgia, tristezza e felicità insieme mi scombussola la testa.
Solo una cosa rimane da fare, salutare il paese più bello del mondo!
Arrivederci Giappone!
Considerazioni finali:
In questo viaggio ho avuto modo di apprendere molte più cose rispetto al primo.
Ho parlato con molta più gente e con persone di più ceti sociali.
Ho avuto modo di capire come mai per diversi Giapponesi vivere in Giappone non sia così semplice.
Sicuramente se non amate la folla mentre camminate, se non amate la rigidità lavorativa (chiedere le ferie in Giappone è disonorevole, anzi la gente non le chiede perché teme il loro BOSS), se non amate l’obbligo della puntualità, della pulizia e del rispetto reciproco…  NON FA PER VOI.
Il Giappone inoltre è un paese diffidente nei confronti dei Gaijin (non Giapponesi), e parlare bene la lingua non vi basterà dunque ad avere vita facile.
Il Giappone però è anche un paese meritocratico, dove tutto (o quasi) va come dovrebbe andare nel tempo in cui dovrebbe accadere.
Gli amici sono molto disponibili ad aiutarti in ogni modo.
Il cibo (però è un parere soggettivo) è molto buono e più vario di quel che si crede.
E’ completamente un altro mondo: in conclusione chiunque pensi di voler andare a vivere in Giappone pensi prima anche ai contro che ha il Sol Levante, poi decida.
Io, potessi, farei un tentativo. :P.
Un ringraziamento speciale a Gabriele Bonaccorsi che mi ha concesso l’utilizzo del suo blog come vetrina e al mio amico Stefano Zappi per aver redatto e corretto il mio diario!
FOTO A CASO!!!!

Io questo simbolo l’ho già visto! Voi? Era in un templio!

Gente in giro a caso per farsi fotografare!

Carpe Koi!

WTF?


Due Shiba-inu in “abito” tradizionale!







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