lunedì 2 giugno 2014

Welcome to the N.H.K!

Il Giappone è una terra fantastica. Ricca di storia, cultura e folklore, ma al contempo estremamente aperta al futuro e alle nuove tecnologie; quante volte avrete visto nei documentari la scintillante Tokyo, stipata dei suoi quasi 13 milioni di abitanti, o le bellezze culturali e artistiche dell'antica Kyoto. Le informazioni che arrivano nel vecchio continente fanno pensare ad una società perfetta o quasi, ma la realtà delle cose appare assai più oscura; la difficoltà di gestire una popolazione tanto numerosa in un'area tanto limitata (stiamo parlando di uno dei paesi con la più alta densità ab/kmq al mondo) è enorme e porta ad una competitività, specialmente nel mondo del lavoro, impensabile per molti di noi. A causa di ciò, va sempre più diffondendosi la piaga sociale degli Hikikomori, un fenomeno che porta i giovani che arrivano all'adolescenza o che si affacciano per la prima volta alla vita fuori da scuola, a rifiutare la società pubblica e rinchiudersi in casa, interrompendo ogni genere di rapporto interpersonale.
Questo è proprio ciò di cui si occupa Welcome to the N.H.K., il manga scritto da Tatsuhiko Takimotoe illustrato da Kendi Oiwa. Tuttavia, il tema di assoluta serietà viene trattato con uno stile da commedia, sdrammatizzando con una forte dose di Black Humor.

E' tutto un complotto!




La storia ruota principalmente intorno a tre personaggi: Tatsuhiro Sato, Misaki Nakahara e Kaoru Yamazaki, più alcuni comprimari che si alternano di volta in volta.
Tatsuhiro Sato, ventidue anni, dopo aver abbandonato l'università è al quarto anno della sua vita da hikikomori; recluso in una stanza di pochi metri quadrati passa le giornate senza fare assolutamente nulla. In preda alla depressione, comincia inoltre a sviluppare tutta una serie di convinzioni distorte che convergono in un unico pensiero: la miserabile condizione di cui soffre è frutto di una subdola cospirazione architettata dalla NHK (la tv nazionale giapponese, il cui nome viene storpiato, in originale, da Nihon Hoso Kyokai a Nihon Hikikomori Kyokai) che, senza un motivo ben preciso, mirerebbe a produrre un esercito di disadattati sociali. Oramai in preda al delirio, crea nella sua mente anche dei fantomatici “agenti” inviati dalla NHK per attuare il piano: troviamo quindi i classici Man in Black, incaricati del fallimento in ogni attività della vittima impedendo così ogni chance di crescita; un esercito di belle ragazze si occupa di distruggere ogni aspettativa di relazione amorosa, creando attraverso la celebrità delle icone apparentemente irraggiungibili; in ultimo, le menti che tirano i fili della cospirazione, delle creature simili ai goblin con una lettera scritta sulla pancia (di solito “N”, “H” o “K”). 
Ma, quando la situazione sta per raggiungere limiti insopportabili, ecco apparirgli dinanzi un angelo, nella persona di Misaki Nakahara. I due si incontrano la prima volta per puro caso sull'uscio di casa, dove l'insistente zia della ragazza gli propone la rivista di una setta religiosa: la cosa finisce lì, tuttavia tempo dopo Misaki si ripresenta con un contratto in cui afferma di poterlo “guarire” dalla condizione di hikikomori tramite alcune sedute psicanalitiche svolte nel vicino parco pubblico, nell'orario serale, così da farlo sentire il più possibile a suo agio fuori dalle mura domestiche. Intuite le intenzioni di Misaki, Sato fa di tutto per convincerla di non aver bisogno di aiuto, costruendo un castello di bugie una più grossa dell'altra fino ad arrivare all'affermazione di essere un programmatore di videogiochi e quindi normalissimo che debba stare in casa tutto il giorno. Un po' perplessa , la ragazza sembra convinta della cosa e lascia correre come nell'intento di assecondare Sato; peccato che quest'ultimo non possegga neanche un computer. Ed ecco entrare in scena il terzo protagonista del manga: Kaoru Yamazaki. Grazie a una strabiliante coincidenza i due scoprono di essere vicini di appartamento; appresa la situazione di Sato, Yamazaki propone a quest'ultimo proprio la creazione di un videogioco incaricandolo di occuparsi della sceneggiatura. Da qui in poi sarà un continuo susseguirsi di situazioni border-line che andranno a contemplare ogni elemento tipico della cultura otaku, mantenendo sempre un tono spietatamente satirico e dannatamente divertente.



Ma è davvero così?




Aldilà dell'ovvia leggerezza con cui viene trattato nel manga, il tema dell'hikikomori rappresenta un gravissimo aspetto della società giapponese. Secondo lo psicologo Tamaki Saito, che per primo coniò il termine, il fenomeno viene stimato attorno al 20% della popolazione maschile adolescente. Le cause sono molteplici: da una parte troviamo un sistema scolastico estremamente rigido, basato più sul risultato numerico che sulle effettive capacità individuali, che pone un enorme stress sulle spalle dei giovani, costretti fin da bambini ad esaudire le grandi e pressanti aspettative dei genitori; continuamente indottrinati e spinti alla competizione, i più deboli, molto spesso anche vittime di bullismo, non resistono e lo stress accumulato sfocia in comportamenti violenti contro il nucleo familiare, nei casi più estremi. 
Inoltre, troviamo riscontri anche nel mercato del lavoro; anni di crisi economica e recessione hanno portato ad un sistema che preclude ai giovani ogni strada per ottenere un impiego stabile e duraturo, laddove i genitori riuscivano senza troppe difficoltà. Si è venuto a creare quindi un mondo di lavori precari e part-time che non consentono una pianificazione della vita futura accettabile, costringendo a vivere alla giornata, gettando le basi per lo sviluppo di hikikomori, freeter (termine riconducibile all'inglese freelance) e NEET (Not in Employment, Education or Training; nullafacenti in pratica).
Il background culturale di Welcome to the NHK, tuttavia, non deve trarre in inganno. Non ci troviamo di fronte un prodotto dalle atmosfere cupe, introspettive; ma piuttosto una delirante commedia dai sapori squisitamente satirici. Il tema estremamente attuale, complice lo stile di scrittura di Takehiko Takimoto, frizzante e dinamico, cattura il lettore dalla prima all'ultima pagina trascinandolo in un vortice di situazioni tragicomiche che verranno apprezzate maggiormente da chi già possiede una certa conoscenza in materia; senza dimenticare l'altro elemento fondamentale, il disegno. Le tavole del maestro Kendi Oiwa chiudono il cerchio, andando ad integrarsi perfettamente con un tratto graffiante ed efficace, enfatizzando egregiamente l'espressività dei personaggi, in special modo le esilaranti reazioni del protagonista Sato di fronte alle varie “malattie sociali” che troverà durante il cammino per guarire dalla condizione di Hikikomori.


Commento finale


Riassumendo, Welcome to the N.H.K. rappresenta uno spaccato di vita della cultura otaku giapponese. Paranoie, personaggi bizzarri e situazioni ambigue, unite ad una narrativa allegra e matura allo stesso tempo, fanno di questo manga un'opera assolutamente originale che riesce ad affrontare tematiche dure facendo sorridere, e pensare.
Interessanti inoltre gli spunti che riesce a porre al lettore straniero, per conoscere la vita dei coetanei giapponesi.


sabato 1 marzo 2014

Diario di viaggio: Giappone!



Giappone 2014
“Il viaggio della vita”
Credo che chiunque sia cresciuto tra una Kamehameha, un Rasengan, il sogno di mangiare un Frutto del Diavolo e acquisire poteri unici, o per i più grandicelli, con Tigerman, Goldrake o Ken, abbia desiderato di andare nel paese del Sol levante almeno una volta.
E augurandovi di poterci andare il prima possibile spero di farvi viaggiare nel frattempo con l’immaginazione tramite questo mio diario di viaggio.
Quella che sto per raccontarvi è la mia seconda esperienza di viaggio in Giappone e tralascerò la prima in quanto, in quest’ultima sono riuscito a percepire meglio “l’anima” del Giappone (nel primo viaggio ero talmente carico che mi sarebbe sembrato splendido anche rompermi un braccio cadendo dalle scale :D).

Giorno 1: L’arrivo in Giappone!

Come ogni viaggio che si rispetti il mio è iniziato il giorno prima della partenza, datata al 28/12, a causa della troppa impazienza di tornare nel paese che amo e la necessità di aumentare la mia MMR su League of Legends.
Il 28 dunque sveglia alle 7 con appena 3 ore di sonno (maledetto LoL….), partenza da Bologna, scalo a Francoforte e poi diretto per Tokyo.
Il viaggio è lungo ed anche un po’ pesante, ma attrezzato di 2 Nintendo 3DS (1 mio, 1 della mia morosa), un validissimo Zelda: Link Between World  e uno straordinario Bravely Default intervallati da un bel Lo Hobbit e un altrettanto valido Pacific Rim, l’ho vissuto piacevolmente.
Dopo circa 13 ore di viaggio, eccolo, l’aeroporto di Narita (40 min. circa da Tokyo).
Svolte le questioni burocratiche mi precipito a fare il Japan Rail Pass (abbonamento molto conveniente per turisti che devono girare molto con treni).
Ci accomodiamo nel pulito e comodo N’EX (treno che percorre la tratta Narita-Tokyo) e una volta arrivati a Tokyo cambiamo subito treno prendendo il treno proiettile per Osaka.
Dopo “sole” 4h ½ di viaggio eccoci a destinazione!
Subito ci scontriamo con uno dei problemi del Giappone: l’orientamento.
Non si orientano nemmeno loro! E dopo 30 minuti di camminar noi dolce in quel traffico, a spasso per vie a caso, battuti dalla rassegnazione, chiediamo aiuto ad una coppia.
È stato facile: ci hanno direttamente portato ai piedi dell’hotel!
Neanche il tempo di appoggiare le valigie e uno dei miei amici/guida è di sotto pronto ad accompagnarci attraverso le vie di Osaka!
Come prima tappa ci accompagna all’Umeda Sky Building 




costruzione che lascia senza parole, non so l’architetto come abbia potuto pensare una costruzione simile… WOW.
Il mio amico e sua moglie decidono di portarci fino in cima all’Umeda (offrendo per tutti noi, eravamo in 6 con loro 2) in modo tale da poter cogliere la grandezza di Osaka a 360°.





Finito di visitare l’Umeda decidiamo di andare a mangiare qualcosa tutti insieme, troviamo dunque un ristorante piccolo ma accogliente dove poter consumare il nostro primo pasto nipponico in un ristorante.
Finita la cena, con ancora le sole 3 ore di sonno sulle spalle per me, decidiamo di andare a vedere un impianto dove una combinazione di luci creava paesaggi, animali e fiori,


con infine uno spettacolo musico/visivo e show in 3D proiettato sul castello di Osaka




Un ultimo giro in macchina per assaporare Osaka by night e già ricordo, dopo appena un giorno in Giappone, il perché io ami questo paese.

Giorno 2: “Squali balena e Kyoto”

Appena svegli ci indirizziamo alla stazione: destinazione acquario di Osaka.
Per descrivere l’acquario di Osaka ho scelto alcune foto, in quanto credo che rendano meglio delle parole




Ad ogni modo posso dire con orgoglio italiano che ho preferito l’acquario di Genova visitato di recente, anche se granchi grossi quanto un Gundam



e il famigerato squalo balena mi hanno lasciato stupefatto. 



Terminata la piacevole gita ci dirigiamo all’hotel, valigie e partenza per Kyoto, dove all’arrivo ci concediamo la cena in un ottimo ristorante consigliato da un amico.

Giorno 3: “Kyoto”

Abbiamo utilizzato il primo giorno a Kyoto per girare il centro, dove abbiamo mangiato dell’ottimo ramen e dove abbiamo comprato un paio di souvenir.
Finito di pranzare decidiamo di incamminarci per il quartiere di Gion (vi ricorda nulla il nome???).
Esatto! Il quartiere dove è ambientato, ovviamente, “Memorie di una Geisha”.
Ahimé non siamo riusciti ad ammirare alcuna geisha, siccome escono nelle ore serali più che altro, ma abbiamo comunque potuto apprezzare scorci di un quartiere che ti catapulta dentro al Giappone tradizionale.




Il terzo giorno coincideva con il capodanno, per cui abbiamo cercato qualcosa diverso dal solito.
Finita la cena siamo andati alla ricerca di un tempio, dove alcuni monaci avrebbero dovuto suonare una campana sacra  per augurare il “buon anno”.
Alle 00.01 io ero collassato, per cui dopo mezz’ora di silenzio decidiamo di incamminarci verso l’hotel, visto che di rintocchi non se ne erano sentiti affatto.

Giorno 4: “D:”

Il titolo al giorno l’ho scelto tale perché niente potrebbe esprimere meglio questo giornata, se non la mia preferita sicuramente tra le prime.
La mattinata inizia con la visita al quartiere di Arashiyama, che come potrete vedere dalle foto è un sentiero completamente murato da alberi di bambù,  







i cui bivi sfociano, oltre che a numerosi luoghi di culto, in una zona residenziale molto curata. 


Non pienamente realizzati dalla mattinata, decidiamo di dedicare il pomeriggio al Kinkaku-ji (templio dorato). Metto il Kinkaku-ji senza dubbio alcuno al primo posto per quanto riguarda i luoghi di culto: maestoso, mantenuto divinamente con un panorama mozzafiato e D’ORO.





Giorno 5: “Giardini imperiali aspettando Tokyo”

Il 5° giorno è l’ultimo passato a Kyoto, e come meta finale abbiamo deciso di visitare il giardino imperiale.
Il parco imperiale








sinceramente mi ha un po’deluso. Per carità, è enorme e sicuramente molto ben curato, ma l’ho trovato spoglio (forse mi han tradito gli stradoni di sassolini che lo caratterizzano) e ovviamente non poter entrare dentro le mura del palazzo mi ha lasciato l’amaro in bocca (come quando incontri un Abra Shiny e poof, sparisce^^).
Al pomeriggio si parte per Tokyo!
Arrivati a destinazione ci dirigiamo in hotel per un po’ di meritato riposo, ed arrivata ora di cena devo incontrarmi con un ragazzo conosciuto l’anno prima sempre a Tokyo, ovviamente a Shibuya di fronte alla oramai famosissima statua di Hachiko!
Per cena avevo chiesto al mio amico di prenotare in un ristorante che adoro terribilmente in cui ero stato l’anno prima: la sua caratteristica è che ordini da mangiare e te lo cucini sulla piastra come preferisci :Q__________.




Finita l’ottima cena salutiamo, ringraziamo il mio amico (che ha voluto pagare la cena alla mia morosa a tutti i costi) e ci dirigiamo verso l’hotel.
Ci tengo a dilungarmi un attimo su un paio di cose: la prima è che ho adorato il fatto che in 2 giorni siamo potuti passare dal Kinkaku ed Arashiyama alla modernità di Tokyo. Questo è un altro punto chiave del Giappone: i contrasti che si notano in questo paese e nei suoi abitanti (si passa da un tempio ad un centro commerciale, e passeggiando si possono notare donne in kimono mescolate a ragazze seminude, per fare qualche esempio).
La seconda sono gli Hotel. Per Kyoto abbiamo deciso di provare la stanza tradizionale per cui non mi ci soffermerò, ma ad Osaka e a Tokyo appena entrato ho pensato: cazzo è un tetris! Stanze pulitissime e carinissime sul serio, però o mi spostavo io o si spostava la valigia…

Giorno 6: “Imprevisti”

Come è giusto che sia, per mettere un po’ di pepe alla vacanza, ci è capitata una disavventura che però, per fortuna, non ci ha abbattuti e che abbiamo gestito bene.
Ci siamo svegliati la mattina ed il programma prevedeva la gita a Nikko (meta che consiglio vivamente di visitare), ma, una volta arrivati alla stazione di Asakusa, abbiamo capito che bisognava partire molto prima o sarebbe stato un viaggio inutile, avendo solo 1 ora da poter utilizzare.
Decidiamo dunque di partire la mattina successiva e di dedicare la giornata a visitare Asakusa.
Dopo aver visitato il tempio





e mangiato porcherie ogni 10 minuti, facciamo un giro per le vie di questo quartiere.
Nel passeggio vediamo un negozio che faceva caricature e decidiamo dunque di farcene fare una. Contenti di esserci svenati (una caricatura “solo 60€), decidiamo di incamminarci per l’hotel.

E qui, sulla via del ritorno, una visione (soprattutto per la mia morosa): un Neko-café









Per chi non lo sapesse, i Neko-café sono dei bar nei quali i gatti ( neko in giapponese significa gatto^^) vengono tenuti liberi affinché si possa giocare liberamente con loro e coccolarli :3 (sempre comunque secondo determinate regole affisse all’ingresso).
Ahimè la serata si è conclusa con una vera delusione: un ristorante pessimo.
L’unico ristorante dal quale veramente sono uscito deluso… speso molto, mangiato poco e male…

Giorno 7: “Nuovi amici”

Il settimo giorno mi ero organizzato con alcuni ragazzi (amici di amici) di Yokohama.


Prima meta e luogo di incontro, Kamakura,




luogo di culto molto frequentato soprattutto nei primi giorni dell’anno.
Arrivati al templio decidiamo di farci predire il nostro anno da Buddha……… Grazie Buddha speravo che almeno tu mi amassi…. Anno pessimo e figlio in arrivo… Cercherò ancora una volta un nuovo Dio, ahah.
Finita la gita a Kamakura ci dirigiamo a Yokohama.
Piena di vita e colori, ho molto apprezzato Yokohama, sicuramente aiutata dall’ottima compagnia di questi ragazzi veramente eccezionali.
Pranzo in un izakaya (simile a un’osteria, si mangia discretamente a prezzi modici) e non appena riempiti gli stomaci decidiamo di andare a spendere qualche buona ora in delle folkloristiche sale-giochi. Dico solo GIOCHI HORROR IN 3D… E qui ho detto tutto 








Trascorse alcune ore videoludiche durante le quali abbiamo vinto un Mr. Potato e un procioncino figo in un gioco tipo ruota della fortuna, andiamo in un bar a riposare e a imparare parolacce in giapponese.
Decidiamo di trattenerci ancora a Yokohama per cena visto che ci stavamo divertendo e che la compagnia era piacevolissima, e ci portano in un’altra izakaya sempre ottima.
Purtroppo finita la cena era terminato anche il nostro tempo a disposizione e ci siamo dovuti separare anche se per me è stato un arrivederci: ragazzi mi mancateeeee.

Giorno 8: “Nikko”

Finalmente la tanto agognata Nikko.
Semplicemente unica: natura, storia e religione si fondono alla perfezione.
Templi in cima alle montagne, strutture mantenute ancora bene, giardini giapponesi, musiche e tanto altro ancora rendono Nikko una delle mie mete preferite in entrambi i miei viaggi (anche se c’ero già stato sono voluto tornarci con la morosa per farle visitare questa città).


Come arriviamo a Nikko ci dirigiamo verso i templi e subito siamo alla biglietteria. Di fronte c’è un giardino in stile giapponese e decidiamo dunque di andare a vederlo


essendo inoltre incluso nell’ingresso un piccolo museo dove vi sono i ritratti degli Shogun. Unica pecca di Nikko è che stanno ristrutturando il complesso centrale che sarà pronto per il 2030.
Entriamo comunque nella struttura per vedere gli interni e dirigerci dall’uscita verso gli altri templi (Nikko è infatti come un alveare di santuari: sono tutti molto vicini se non addirittura attaccati).
Tra le attrattive di Nikko troviamo, oltre agli innumerevoli templi, le 3 famose scimmiette “non vedo, non sento, non parlo” e il nemui-neko (il gatto dormiente) 









Finito di visitare i vari templi andiamo a fare un po’ di compere (a Nikko ho sempre trovato ottimi dolcetti^^), per poi tornare a casa.
Sono soddisfatto di essere riuscito a portare la mia morosa a Nikko, in quanto le è piaciuta molto e anche perché Nikko è una meta d’obbligo per chi va in Giappone, a mio avviso.

Giorno 9:”Altre amicizie”

Ebbene sì, come si intuisce dal titolo ho potuto fare altre amicizie: questa volta la nostra accompagnatrice, di nome Hazuki, era di Chiba (a ben 1 ora da Tokyo in treno!).
Ci accordiamo per trovarci ad Akihabara (quartiere Nerd per eccellenza).
Ad Akihabara abbiamo avuto modo di vedere molte action figures, gadget di qualsiasi genere, pubblicità di anime, manga, games: un paradiso, praticamente! Cover per smartphone (solo gli ultimi modelli, quelli vecchi non li caga nessuno là) da far cadere la mandibola a terra, sigle di anime dentro i locali. Immaginatevi di essere a mangiare un ramen e BOOOOM parte la sigla di Shingeki no kyojin (la sigla più in voga la al momento): cazzo, come si fa a non essere carichi?!
Dopo Akihabara ci dirigiamo verso lo Yoyogi Park,






parco famoso a Tokyo oltre che per la sua bellezza anche per le attrazioni umane (gente che balla, tizi che fanno giochi con le palle #nodoppisensiplease o che fanno ninjutsu, etc etc).
Vicino allo Yoyogi Park c’è Harajuku, quartiere famoso per lo shopping.
Decidiamo dunque di incamminarci verso Harajuku dove abbiamo visto vestiti veramente unici (in Italia sarebbe impossibile portarli, ma anche là è molto dura) e abbiamo mangiato gustosissime crepes (là le farciscono in maniera insolita, dentro ci infilano di tutto :D).
Finita la passeggiata ad Harajuku è il momento di Shibuiya, il cuore pulsante di Tokyo.
L’incrocio più trafficato al mondo pieno di schermi giganti, led, la statua di Hachiko, commesse che urlano e negozi, negozi e ancora negozi di ogni tipo.
Il nostro giro per Shibuya parte proprio fotografando la statua di Hachiko


(per chi non sapesse la storia di Hachiko, anche se spero nessuno, consiglio di andare a informarsi), per poi andare nei negozi dello Shibuya109 (prima l’edificio esclusivamente per uomini, poi quello per donne).
Nel Shibuya109Man devo dire di aver trovato abbigliamento che a me piaceva molto, unica pecca? Le taglie! Per un ragazzo di 190 cm e un po’ largo di spalle è difficile trovare la propria taglia!
Nel Shibuya109Woman invece sembravano tutte impazzite, commesse che gridano come se stessero per essere uccise: non alcune, TUTTE.
Ragazze che entrano ed escono dai negozi di continuo, di continuo!
Un trauma, la visita al 109 per donne.
Finito il giro nel centro dello shopping sfrenato, e dopo un caffé pure buono in un bar andiamo a cena tutti insieme per poi darci l’arrivederci al giorno dopo.

Giorno 10: “ Ultimo tango a Tokyo”

Ho deciso di dare questo titolo all’ultimo giorno in quanto questo sarà l’ultimo vissuto appieno in Giappone. Decidiamo di dedicarlo all’acquisto sfrenato di regalini e cibo :D
Partenza dello shopping tour dallo Sky Tree.
Immenso, monumentale (SIBARITICO?!?!?!).
Lo Sky Tree, solo a guardarlo dal basso verso la cima ti fa venire le vertigini.
Una delle strutture più alte del mondo, peccato che per salire bisogna pagare, e non poco.
Alla base dello Sky Tree






( La foto l’ho scelta da lontano, molto lontano, potete dunque ben capire la grandezza!)
vi sono negozi di cibo, vestiti, libri, accessori, tutto!
Perdiamo dunque tutta la mattinata a girare per negozi o ad assaporare prelibatezze, dopo pranzo ci dirigiamo verso Shibuya per concludere gli acquisti.
Prima di cena decidiamo di fare un salto a Ginza, il quartiere dell’alta moda e del Kabukiza (teatro dedicato appunto al Kabuki).
Ginza, a parte il teatro, non mi ha affascinato particolarmente: l’alta moda italiana la si trova benissimo in Italia :D.
La sera per cena la mia amica aveva prenotato in un’izakaya veramente ottima! Molto ben arredata e con piatti particolari ma sublimi!
Arrivati alla fine della giornata, con rammarico, dobbiamo salutare sia la mia ultima amica che incontrerò, sia l’ultima notte in Giappone.

Giorno 11: “Arrivederci Giappone!”

Purtroppo anche questo mio viaggio in Giappone volge al termine.
C’è poco da raccontare a dire il vero dell’ultimo giorno, ci siamo preparati per partire e di conseguenza ci siamo incamminati in stazione per prendere il Narita Express per andare in aeroporto.
L’unica avventura che si può raccontare è il momento in cui tu senti partire l’aereo, lo senti alzarsi, guardi fuori e lì vedi Tokyo.
Un senso di nostalgia, tristezza e felicità insieme mi scombussola la testa.
Solo una cosa rimane da fare, salutare il paese più bello del mondo!
Arrivederci Giappone!
Considerazioni finali:
In questo viaggio ho avuto modo di apprendere molte più cose rispetto al primo.
Ho parlato con molta più gente e con persone di più ceti sociali.
Ho avuto modo di capire come mai per diversi Giapponesi vivere in Giappone non sia così semplice.
Sicuramente se non amate la folla mentre camminate, se non amate la rigidità lavorativa (chiedere le ferie in Giappone è disonorevole, anzi la gente non le chiede perché teme il loro BOSS), se non amate l’obbligo della puntualità, della pulizia e del rispetto reciproco…  NON FA PER VOI.
Il Giappone inoltre è un paese diffidente nei confronti dei Gaijin (non Giapponesi), e parlare bene la lingua non vi basterà dunque ad avere vita facile.
Il Giappone però è anche un paese meritocratico, dove tutto (o quasi) va come dovrebbe andare nel tempo in cui dovrebbe accadere.
Gli amici sono molto disponibili ad aiutarti in ogni modo.
Il cibo (però è un parere soggettivo) è molto buono e più vario di quel che si crede.
E’ completamente un altro mondo: in conclusione chiunque pensi di voler andare a vivere in Giappone pensi prima anche ai contro che ha il Sol Levante, poi decida.
Io, potessi, farei un tentativo. :P.
Un ringraziamento speciale a Gabriele Bonaccorsi che mi ha concesso l’utilizzo del suo blog come vetrina e al mio amico Stefano Zappi per aver redatto e corretto il mio diario!
FOTO A CASO!!!!

Io questo simbolo l’ho già visto! Voi? Era in un templio!

Gente in giro a caso per farsi fotografare!

Carpe Koi!

WTF?


Due Shiba-inu in “abito” tradizionale!







lunedì 13 gennaio 2014

Hunter x Hunter: Un bel Manga!

Salve a tutti!
Con questo articolo torno a scrivere per il Blog, come si legge da titolo oggi parliamo di Hunter x Hunter!

Hunter x Hunter è un manga di Yoshihiro Togashi (autore già noto per Yu Yu Hakusho) iniziato nel lontano 1998 ed ancora in corso. Attualmente in Giappone come in Italia conta 32 volumi, sfortunatamente il ritmo di Yoshihiro Togashi è irregolare e spesso prende dei periodi di pausa. Nonostante tutto i fan continuano ad attendere inesorabilmente la pubblicazione della serie. Adesso passiamo alla trama.

La trama inizialmente può sembrare banale, ma nell'evolversi della storia, tutto assume un aspetto ben più serio e profondo. Il tutto inizia presentando il protagonista: Gon Freecs, un bambino prodigio nato e cresciuto nell'isola Balena dalla propria zia e dalla nonna. Crescendo Gon vuole seguire il suo sogno quello di incontrare il proprio padre ormai scomparso da tempo, e per far ciò Gon vuole diventare Hunter e quindi entrare nell'Associazione Hunter, organizzazione che racchiude tutti coloro che hanno conseguito con successo la "Licenza di Hunter", dopo aver superato l'esame di licenza. Gon prima di svolgere l'esame per diventare Hunter, trova nel suo cammino due personaggi essenziali per il manga che faranno da spalla al nostro protagonista: Kurapika e Leolio (o Leorio come nell'anime). I tre personaggi svolgeranno l'esame uniti insieme ad un ragazzo misterioso che farà subito amicizia con il nostro protagonista, si tratta di Killua, discendente di una nota famiglia di Assassini, la famiglia Zaoldyeck. Ma l'esame sarà tutt'altro che semplice per i nostri personaggi, anche grazie all'entrata di scena di Hisoka, crudele e brutale pagliaccio che si interessa fin da subito ai nostri personaggi. La vera storia inizia proprio in seguito all'esame per la licenza di Hunter.


Hunter X Hunter è un manga come pochi, mi è piaciuto fin da subito, a parte il tratto a volte un po' deludente, ma per il resto il manga è intoccabile sotto ogni punto di vista. La trama è semplicemente un capolavoro, suddivisibile anch'essa in saghe una più interessante e bella dell'altra; sicuramente indimenticabili sono l'esame per la Licenza di Hunter e L'asta di York Shin City, con la comparsa della Brigata Fantasma. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, con il loro background, l'unica pecca è che personaggi del calibro di Kurapica e Leolio vengono messi da parte nelle saghe di Greed Island e delle Formichimere, questo è un vero peccato, forse da un certo punto di vista il manga sarebbe stato leggermente migliore, ma non mi lamento. Anche gli antagonisti della serie sono fantastici, su tutti Hisoka (il mio antagonista preferito) e anche la Brigata Fantasma, tutti i loro membri sono ben caratterizzati nelle loro piccole specialità. Ottima anche l'idea del Nen (si intende l'aura che ogni essere vivente può produrre), l'idea principalmente viene presa dal manga di Hirohiko Araki (Jojo), con le sue Onde Concentriche. Ci sono pochi consigli che posso dare, se non quello di leggerlo, ne vale veramente la pena.
Infine per chiudere l'articolo ringrazio di cuore tutti voi che ci seguite!